CELTI a CASTRO DE COANA 16 settembre




Percorrendo la strada che ci porta a Santiago da Gijon, troviamo questo bellissimo sito archeologico che per la sua collocazione MAcIK non può che far a meno di visitare raggiungendo comunque il museo; io peraltro dopo aver visto il sentierino di accesso decido di provare(il museo con parcheggio è infatti sulla fotografia tratta da SPAIN.INFO in alto a sx freccia rossa), recupero la gamba supplementare (bastone) e mi incammino su un sentierino ricavato tra pietre e erba umida e scivolosa per la pioggia del giorno prima. Riesco a fatica a raggiungere  l'inizio del sito (freccia gialla) ed a vederne una parte. Parlando con la ragazza qui presente per il controllo dei biglietti (3€) ci troviamo a rapportare Coana con Skara Brae (Orcadi) da me visitata nel 1967 e mi dice che forse Coana è ancora più vecchia ma per il blocco degli scavi causa mancanza di fondi non può certificarlo, è ancora tutta da scavare l'acropoli e le case stesse devono essere scavate di almeno 2 metri. Un vero peccato.
Al momento viene così definito:
Origine: IV secolo a.C.
Periodo artistico: Preromano
Periodo storico: Età del Ferro e del Rame













Ora MAcIK con quello che nelle due ore di mia assenza ha letto e visto nel museo.





Ecco MAcIK che, riconoscente al narratore, commenta:

ho visto Francetato per la prima(e unica) volta usare il bastone quel giorno, quindi se siete ubriachi e vi trovate nei pressi del Castro vi sconsiglio caldamente di visitarlo!

Detto questo, la regione in cui si trova il Castro sono le Asturie(patria di Alonso, pilota Ferrari). La cosa che più mi ha impressionato è stata vedere l'abilità di questo popolo nel costruirsi attrezzi per la quotidianità ma soprattutto il vedere una scultura del guerriero asturiano e il sapere che questo popolo era apprezzato tanto per la enorme quantità di ausiliari che forniva all'esercito romano quanto per l'abilità nell'estrarre e nel lavorare l'oro che l'Urbe poi sapeva adeguatamente valorizzare.. 

Ritengo sia già piuttosto chiaro che la bellezza del paesaggio è ammirabile tanto quanto la sapienza ingegneristica dimostrata dai celti.